Paradosso del panico: cos’è e come combatterlo.
Gli errori comuni da non commettere per evitare ulteriori problemi.
Il paradosso del panico: meccanismo inverso della paura
Perché se cerchi volontariamente di calmarti in un momento di ansia o panico ti agiti di più?
Cercare di distrarti volontariamente, di non pensarci e di respirare, calmarti e abbassare volontariamente i sintomi ansiosi durante una escalation di panico è quello che solitamente si cerca di fare.
Atteggiamenti tipici nelle situazioni di panico
Purtroppo, è esattamente questo che peggiora la situazione.
“Ero agitato” e quindi?
- ✓ “Ho provato a distrarmi telefonando ad un amico, o un’amica“;
- ✓ “Ero in macchina, ho provato a fermarmi e a respirare, ero ancora agitato e non mi passava“;
- ✓ “Ho cercato di distrarmi e di scacciare i sintomi, dopo qualche secondo l’ansia ritornava più forte“.
Un attacco di panico è un momento di intensa paura e di repentina escalation sintomatologica in cui si raggiunge l’apice nel giro di qualche minuto.
Chi lo sperimenta, resta in seguito come stordito e spaventato, attanagliato dalla paura anticipatoria di poterlo riprovare.
Tentativi inutili per scacciare la paura
Tutti i tentativi sopraelencati per gestirlo, o annullarlo, risultano fallimentari, possono al massimo rappresentare un blando tampone temporaneo, ma non sradicano la percezione di paura nella mente di chi ne soffre.
La Psicoterapia breve strategica è una terapia all’avanguardia nell’aiutare le persone bloccate in questo meccanismo fobico ad affrontare i disturbi di panico attraverso il “principio terapeutico del paradosso“.
Quest’ultimo si adatta perfettamente alla logica della paura che è, per l’appunto, paradossale.
Ogni volta che cerco di calmarmi volontariamente, paradosso vuole che mi io mi agiti di più.
Infatti, è proprio il tentativo di controllo che paradossalmente conduce alla perdita del controllo stesso.
Cosa accade nelle persone prese dal panico
Nel concreto accade questo:
Nell’intento di controllare le proprie reazioni, il paziente rivolge continuamente la propria attenzione all’ascolto dei parametri fisiologici che indicano l’innalzamento dei livelli di ansia. Ad esempio battito cardiaco, ritmo respiratorio, ecc…
Poiché essi sono funzioni spontanee dell’organismo, il loro controllo razionale ne altera la naturale espressione.
Così, la persona percepisce questa alterazione e si spaventa, ed ecco che i parametri fisiologici si alterano ulteriormente.
Circolo vizioso del panico
In questo modo la paura aumenta e si produce questo circolo vizioso di interazione disfunzionale tra mente e corpo, che, se non bloccato, conduce all’attacco di panico, Giorgio Nardone “Non c’è notte che non veda il giorno“.
È necessario intervenire tempestivamente attraverso una guida terapeutica.
Quest’ultima, strutturando insieme al paziente un vero e proprio training, allena la sua mente attraverso delle fasi costruite ad hoc a mettersi in contatto con ciò che la spaventa, con l’obiettivo di cortocircuitarlo.
Liberarsi dal paradosso del panico
Questo è ciò che viene fatto in terapia dall’approccio strategico breve: la sua efficacia su tale tipologia di problemi arriva e supera il 95%.
Ciò che viene sbloccato non è solo il paradosso fisiologico del panico, ma anche e soprattutto la percezione di paura alla base che lo costruisce.
Si tratta perciò di un cambiamento di livello superiore e definitivo.